L'enoturismo nella legge di bilanico 2017

Scritto da Eduardo Cagnazzi on . Postato in News2

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L’enoturismo entra nella legge di Bilancio 2017. Con l’approvazione a fine dicembre della manovra economica in Senato, l’enoturismo conquista il suo primo storico quadro normativo, dopo 25 anni di attività. Lo evidenziano le associazioni della filiera del turismo del vino in rappresentanza di un settore che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno e che finalmente potrà attuare un ulteriore cambio di marcia in favore dei territori rurali e del vigneto Italia. Il testo, che introduce il capitolo “enoturismo” nella legge di Bilancio, prevede la possibilità di fatturare degustazioni, visite in cantina, pacchetti enoturistici e vendemmie esperienziali, equiparando la disciplina fiscale di queste pratiche a quella delle attività agrituristiche per gli imprenditori agricoli. Per la filiera si tratta di una rampa di lancio -la più avanzata in Europa- fondamentale per il futuro dell’enoturismo, che andrà ora meglio definita attraverso le relative modalità attuative e con l’iter parlamentare del ddl Stefàno. Quest’ultimo, oltre alle discipline già approvate, aggiungerà altri elementi importanti quali la certificazione e la formazione degli operatori enoturistici, la cartellonistica stradale, la creazione di un osservatorio sull’enoturismo. Per il presidente dell’Unione italiana vini, Ernesto Abbona, si tratta di un provvedimento che dà il giusto riconoscimento giuridico e normativo di un’attività strategica della vitivinicoltura italiana che ha dato e continuerà a dare grandi opportunità ai produttori e per lo sviluppo socio-economico dei territori. “Confido anche che si possa costituire a breve un tavolo di lavoro che coinvolga tutti i soggetti in grado di dare un contributo costruttivo alla definizione dei decreti attuativi previsti dalla norma”. Sulla stessa scia il presidente del Movimento del turismo del vino, Carlo Pietrasanta: “Che l’enoturismo sia un complesso di attività riconosciuto dalla legge italiana è un grande passo, il coronamento di 25 anni di attività del nostro movimento. Da oggi l’enoturismo è adulto e si apre un nuovo grande lavoro da fare coinvolgendo il più possibile tutta la filiera per i decreti attuativi, per spiegare alle cantine come utilizzare questa grande leva in ottica di sviluppo in favore dei nostri territori vitivinicoli”. E questo è il commento di Floriano Zambon, presidente di Città del vino: “Siamo soddisfatti per la nascita di una normativa che presenta molti pregi e che l’associazione ha sostenuto. L’enoturismo, come patrimonio territoriale, qualità del servizio e accessibilità, permette infatti al comparto di coltivare una visione ampia e condivisa in termini economici, di occupazione, di capacità di restituire un’immagine positiva dei nostri territori. Ora l’auspicio è che si arrivi in tempi brevi alle norme attuative e quindi alle competenze specifiche, oltre ovviamente alla definizione delle capacità applicative”. Infine, la presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti, Matilde Poggi: “La legge riempie un vuoto normativo andando a regolare quello che noi, vignaioli indipendenti, facciamo da tempo, aprendo le porte delle nostre cantine a coloro che vogliono conoscere le nostre storie, visitare le nostre vigne e degustare i nostri vini”. “Come produttori di vino a forte valenza territoriale guardiamo con interesse alla nuova misura sull'enoturismo introdotta nella legge di Bilancio. Il nostro Primitivo di Manduria merita di essere conosciuto direttamente nei vigneti, durante la vendemmia, nelle cantine e nella degustazione guidata nell’ottica di uno stretto rapporto tra territorio, agricoltura e turismo, ” sostiene Vincenzo Bruno, presidente di Commenda Magistrale, la società consortile agricola di Maruggio nel Salento che raggruppa oltre 700 imprese pugliesi. “Dopo il travagliato iter parlamentare attendiamo i decreti attuativi per comprendere il reale impatto sullo sviluppo e sul percorso della nostra filiera territoriale e delle aree rurali. Un percorso ancora più significativo con le nuove norme, che rende possibile l’incontro ravvicinato con i valori di un autentica cultura locale, un connubio indispensabile per supportare e far conoscere la migliore Puglia del vino”, conclude l’imprenditore Bruno. 

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