La passione di Cristo nei condannati a morte del mondo
Foto di ALESSANDRO SPINOZZA
E se un giorno ci svegliassimo, pensando che Gesù Cristo non sia morto sulla croce per salvare noi uomini, ma sia fuggito via grazie all’intervento degli abitanti di un pianeta straniero?
E’ quello che succede sul pianeta – Grotte di Castellana (Ba), che fungono da suggestivo scenario allo spettacolo dei Wanted Chorus e dalla regia di Vincenzo Schettini, dal titolo “PassionchrisT”.
Gospel, canti, luci e proiezioni sulle concrezioni calcaree hanno portato per mano gli spettatori attraverso un percorso dapprima immaginario e immaginifico, ma che, attraverso le stazioni della passione si concretizza subito in numerose storie vere e uguali l’una all’altra.
Siamo nel 4100, su un pianeta sede di una colonia penale, ove c’è un carcere di sicurezza pronto ad accogliere i peggiori malfattori. E fra questi, proprio Gesù di Nazareth, vittima di un accordo divenuto oramai carta straccia: sarebbe stato aiutato a fuggire per sottrarsi al suo destino, che però è costretto a rivivere più di 4000 anni dopo, nel braccio della morte di un carcere di sicurezza, assieme a tanti altri detenuti. Questi ultimi, tutti diversi, ma accomunati dallo stesso epilogo: perché cagionare la morte a chi ha dato la morte? O, ancor peggio, a chi si è macchiato di un crimine minore? Magari anche se il colpevole continua a professarsi innocente…
E allora – questo il senso dello spettacolo, giunto oramai al suo quinto anno di vita, in collaborazione con Amnesthy International – è proprio la passione di Cristo quella che rivive nei volti e nei destini dei condannati a morte, tutti sacrificati per una “legge del taglione” che oramai la società moderna dovrebbe aver superato. E che invece i grandi del nostro pianeta, mentre si accingono a celebrare la Pasqua, dovrebbero evitare di rievocare.