Un Re a Caserta per l'inaugurazione di Colorito ?

Scritto da Harry di Prisco on . Postato in Eventi

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Se il Re Carlo III di Borbone fosse ancora il primo inquilino della Reggia di Caserta sicuramente non avrebbe mancato di presenziare all’inaugurazione di giovedì 7 luglio del locale polifunzionale “Colorito”. Uno spazio innovativo pensato per coloro che conoscono ed amano quello che mangiano destinato alla produzione, alla somministrazione e alla vendita dei prodotti sani e garantiti della filiera agroalimentare campana, questo vuole essere “Colorito”, luogo conviviale della salute e del gusto dove si potrà mangiare, da Re,  incontrarsi, socializzare, consumare un caffè, acquistare cibi e bevande a poche centinaia di metri dalla Reggia Vanvitelliana. Dopo la presentazione ufficiale il locale sarà  aperto al pubblico da venerdì 8 luglio, dalle 7 alle 24 di tutti i giorni. Il Re - dicevamo - era noto per socializzare con i suoi sudditi e certamente avrebbe voluto provare a sedersi, fra la folla, occupando uno dei 310 posti del locale che si affaccia sul viale che porta il suo augusto nome.  

Trattasi di un progetto del Gruppo Megamark di Trani, una delle maggiori realtà del Sud-Italia nella distribuzione moderna, con oltre 400 supermercati e circa 2.800 dipendenti. Colorito nasce in collaborazione con il manager partenopeo Pasquale Buonocore, autore insieme ad altri imprenditori del settore di alcune realtà di successo del food italiano.

«La nostra proposta aziendale - spiega Giovanni Pomarico, fondatore e presidente  del Gruppo Megamark - va da sempre verso la scelta di prodotti che garantiscano la salubrità oltre che la bontà. Per questo ‘Colorito’ offre il meglio della produzione gastronomica del territorio nella sua veste più salutare, partendo da materie prime di eccellenza prevalentemente certificate e garantite».

Nel complesso, esteso per ottocento metri quadri su un solo piano, e diviso in varie aree adibite alla vendita, produzione e consumo, vi sono: la rosticceria napoletana e la pizza, del giovane e bravo pizzaiolo Valerio Vuolo; il panuozzo gourmet “Panuk”, di Raffaele Cardillo e Tommaso De Palma; la birra artigianale del Vesuvio “Maneba”, di Nello Marciano; le carni di qualità certificata, dell’azienda casertana “Perol Carni” di Alberto Rossetti e Massimiliano Peretti, detti i  “dottori della carne”; il bar caffè Kenon, storico marchio della torrefazione napoletana ed una panetteria artigianale. Dallo “Scaffale”, si potranno scegliere diversi prodotti di eccellenza campani, dove c’è una forte prevalenza di tipicità casertane, tra cui diversi sono quelli che sono stati analizzati dall’Istituto Zoo profilattico Sperimentale del Mezzogiorno ed evidenziati dal QR-Code, che si può leggere sugli smartphone attraverso di un’App che consente di verificare la certificazione, la salubrità e l’origine degli stessi. Ancora, da tutto il territorio nazionale prodotti a marchio Dop e Igp e di piccole aziende artigianali di qualità. Una selezione accurata di materie prime destinate oltre che alla vendita, anche per la realizzazione di tutto ciò che sarà creato dagli artigiani e offerto all’interno di questo nuovo polo di eccellenze.

«Colorito nasce da un’analisi socio-economico-temporale, ovvero, dalla incertezza generata in questo momento in cui tutti vedono grigio - dichiara il manager Pasquale Buonocore - avevamo bisogno di creare entusiasmo ed emozioni propositive, elementi necessari per andare avanti. In questo caso, l’elemento per andare avanti è il cibo. Il nome di questo spazio - aggiunge Buonocore - nasce dal fatto che ogni laboratorio dedicato alla ristorazione ha un proprio colore, colori forti e brillanti che rendono più facile l’individuazione della proposta gastronomica, ma che vanno anche a rallegrare l’anima e a rendere piacevole la sosta».

A questo punto Carlo III si sarebbe voluto accomiatare, complimentandosi con Gaia Sforza, l’architetto che ha ideato un luogo così diverso dalla sua Reggia, ma pieno di gioia di vivere e … ne siamo certi, Carletto - per gli amici - avrebbe utilizzato questo ambiente, così giovanile, per le sue “scappatelle”, lontano dai rigori del cerimoniale di corte che mal sopportava.

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