Lo stress: questo sconosciuto
“Stress: parola che pronunciano già i bambini under 10”, questa la definizione data da Stefano Santori, coach romano che collabora attivamente con la “Unique Antistress Quality” salentina Unique Antistress Quality” salentina. E continua: “Studi sullo stress hanno dimostrato che l’età minima in cui questo si inizia a percepire si sta abbassando sempre più. Di chi è responsabilità? Degli eventi, ma anche dei genitori, che trasmettono il mind set dello stress, ossia una programmazione mentale che avviene attraverso la trasmissione di conoscenze e convinzioni. Senza rendercene conto, trasmettiamo delle convinzioni.
La prima strategia da adottare tutti, e non solo con i figli, è quella di iniziare a dare informazioni: lo stress, infatti, può essere negativo e positivo. L’evitamento situazione stressante non è positivo: si deve formare la resilienza, perché ci sono aspetti che non si possono controllare, ma si possono controllare le nostre reazioni, quindi il modo in cui viviamo le esperienze modifica la nostra capacità di affrontare la vita. E’ questo il motivo per cui bisogna dare informazioni.
Molta gente sa più di tecnologia che di funzionamento cerebrale. Abbiamo 3 cervelli (si tende anche a parlare di 2 modalità): le emozioni provengono da un pezzo di cervello e non sono negative. Ad esempio, sarebbe necessario rivedere anche il concetto del pianto, iniziare a dire che è normale e non succede nulla; capire le isterie e non chiudere una fetta importante del sistema cerebrale. Tra il cervello intelligente e quello emozionale, infatti, vince il secondo; il primo inizia allora a porre giustificazioni, tentativi pietosi di “mettere le pezze”, per non ammettere che la pulsione ha vinto sul sistema razionale.
Un altro mind set sbagliato sullo stress è quello di vantare la resistenza stoica, come se fosse una bella prova di forza. In realtà, superata una certa tolleranza, il livello di stress è tossico: ripetuto per giorni, si patisce! E’ come per il culturista: il muscolo cresce nel riposo, dopo lo sforzo, non nello sforzo continuo!