Al via il Premio Caruso
Il gusto di Enrico Caruso per la buona tavola era alla pari alla sua fama e alla sua bravura di tenore. La tradizione vuole infatti che i “Bucatini alla Caruso” (quelli preparati con zucchine e peperoni gialli e rossi) fossero stati ideati dallo stesso tenore. Così come gli “Gnocchetti verdi” (con spinaci e patate) ed altri piatti. E’ certo però che la pasta di Gragnano, quella di Torre Annunziata e di Torre del Greco, di cui era ghiotto, l’olio extra-vergine d’oliva delle colline sorrentine ed i pomodori San Marzano devono in parte la loro reputazione al grande tenore napoletano, al punto che firmò numerosi contratti pubblicitari con le case distributrici di questi prodotti. Amante di Napoli, sua città d’origine, e della buona cucina, si dilettava ad inventare sempre nuove ricette di successo e si divertiva ad esibirle poi nei ristoranti della Little Italy di Brooklyn ricevendo fragorosi applausi. Si racconta infatti che, alla fine di ogni sua esibizione culinaria, fosse solito stuzzicare i commensali con la sua famosa battuta “Dite di me che sono un modesto tenore, ma non mi dite che sono un cattivo cuoco!”. Adesso il maestro scultore Armando Jossa intende ricordare il celebre tenore con la prima edizione del “Premio Enrico Caruso, da San Giovanniello a New York”, un’iniziativa resa concreta con la collaborazione di Patrizia de Mennato, promotrice di eventi d’arte e proprietaria di una delle più belle ville settecentesche di Napoli, Villa Di Donato. Per questa prima edizione, il premio sarà conferito ad Ettore Abate per il cinema, ai tenori Gaetano De Rosa e Mario Thomas per la lirica, al regista Pasquale Della Monaco, ad Enzo Di Domenico, arrangiatore e compositore, ad Annamaria Ghedina, scrittrice e direttore de Lo Strillo. Ai sei andrà una scultura originale realizzata dallo stesso maestro Jossa.
“Sono emozionato e felice”, ha dichiarato Armando Jossa. “Il premio è nato da una mia idea, da anni avevo intenzione di fare un qualcosa di costruttivo e di serio nel ricordo di un eccelso artista della nostra città ingiustamente dimenticato e trascurato, ma soprattutto sono contento perché non si è mai realizzato nulla nei quartieri natali del tenore napoletano, con la mia caparbietà ci sono riuscito, aspetto solo il riscontro del pubblico, degli addetti ai lavori e delle istituzioni che certamente non faranno mancare in futuro il loro sostegno”.
Eduardo Cagnazzi