Fresco Caracciolo fa il bis a Napoli

Scritto da Eduardo Cagnazzi on . Postato in Gastronomia

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Dopo i locali di Roma, Londra, via Partenope e Vomero a Napoli, Fresco Caracciolo apre un quinto locale ancora nella città partenopea, in via Caracciolo. Di fronte la splendida cornice del golfo partenopeo, il nuovo locale gioca la sua scommessa con un importante pizzaiolo: Antonio Troncone, con esperienza per alcuni anni presso la bottega “La Notizia” del maestro pizzaiolo Enzo Coccia. Troncone lavorerà ponendo grande attenzione agli impasti e ai prodotti di assoluta qualità, cioè le farine zero e uno del Mulino Caputo. E non solo. L'obiettivo di Fresco Caracciolo è infatti quello di giocare tutte le carte che offre l'agricoltura campana sulla materia prima, combinandola alla tradizione partenopea e all'esperienza del team di Troncone. Tante le novità, dalle insalate colte direttamente dai campi, all'accordo con un'importante maison di champagne francese, ma soprattutto Fresco Caracciolo sarà la prima pizzeria in Italia a sostenere la nascita di un nuovo Presidio Slow Food. Il nuovo locale sposa infatti il motto dell’associazione, “Buono, pulito e giusto”, e la sua filosofia per un cibo di qualità, che rispetta l’ambiente, chi lo produce e chi lo consuma. Grazie alla collaborazione tra Fresco Caracciolo e Slow Food Campania, rinasce dal rischio estinzione il pomodorino Verneteco Sannita, varietà beneventana che ha la particolarità di crescere in inverno.  Il verneteco sannita è un pomodorino d’inverno di piccole dimensioni, probabilmente appartenente alla famiglia del ciliegino, con buccia consistente. Si usa raccoglierlo ancora acerbo e disporlo poi in mazzetti a forma di goccia che sono fissati ad una pertica. Una volta sistemate tutte le mazzette (carroppole) sulle pertiche queste venivano appese sotto i balconi delle case affinché, riparate dalle intemperie, si conservassero per tutto l’inverno. Si ritrova nella valle Telesina, che comprende i comuni di Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Pietraroja, Pontelandolfo, Casalduni, San Lorenzello, Solopaca, Ponte, San Lorenzo Maggiore. La contaminazione con altre varietà più recenti mette tuttavia a rischio la sua sopravvivenza; una situazione aggravata dall’inquinamento ambientale e dei terreni.

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