Sant'Antonio Abate capitale del pomodoro

Scritto da Eduardo Cagnazzi on . Postato in Gastronomia

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Sant’Antonio Abate, città in provincia di Napoli, torna capitale del pomodoro. Vi ritorna con un evento che dal 14 al 16 luglio celebrerà questo alimento principe della Dieta Mediterranea.  L'evento, frutto della collaborazione tra il Centro Parrocchiale Santa Maria Rosa Nova, di imprenditori locali e della Condotta Slow Food Monti Lattari, ha come obiettivo quello di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle problematiche della coltivazione e della commercializzazione del pomodoro di qualità, uno dei fiori all'occhiello della tradizione e dell'economia dei Monti Lattari. Ma soprattutto, vuole essere un’opportunità d’incontro  per produttori e consumatori per l’avvio di un’iniziative che unisce spirito imprenditoriale, innovazione e finalità sociali.  La manifestazione si svolgerà infatti nell’area del nuovo Centro Parrocchiale Santa Maria Rosa Nova, che vede la luce proprio all'interno dei capannoni della più antica industria conserviera locale, dismessa da anni. “E’ un’occasione d’incontro per produttori e consumatori sia per rilanciare uno degli ingredienti di qualità più apprezzato della cucina italiana, sia per avviare un’iniziativa che unisce spirito imprenditoriale e finalità sociale”, dice Salvatore Branca, parroco della chiesa. Il pomodoro sarà infatti elaborato ed affiancato da un altro ingrediente, fiore all’occhiello della zona, la pasta, in un unico packaging. Quella prodotta con il marchio Paletta, un’impresa familiare che utilizza grani duri di qualità locali e del Cilento. Il tutto sarà messo in vendita con il marchio Oro Rosso ed il ricavato servirà ad ampliare le attività del Centro parrocchiale in favore dei ragazzi del posto. Si tratta di un vero e proprio centro sociale polifunzionale che comprende non solo locali destinati all’animazione pastorale, ma anche un auditorium con mille posti a sedere, un palazzetto dello sport con campi di calcio, un teatro con 200 posti a sedere e aree verdi attrezzate. “E’ una manifestazione che ruota tutto attorno al pomodoro rosso locale che una volta era la ricchezza degli abatesi e dava occupazione a diverse migliaia di giovani”, afferma Carmine D’Aniello, imprenditore locale. Delle circa venti fabbriche conserviere, adesso ne restano infatti meno della metà. Il Centro pastorale sta lavorando anche ad un altro ambizioso progetto: recuperare i terreni incolti ed utilizzarli per coltivare grano e pomodoro, creando così anche posti di lavoro attraverso la filiera della pasta e di altri prodotti. Proprio la coltivazione del grano e la pasta possono rappresentare il futuro dell’area abatese, sostiene Antonio Paletta, dell’omonimo pastificio. “Oggi la quasi totalità delle imprese utilizza grano proveniente dall’estero che non sempre è di ottima qualità, lontano qualitativamente da quello pugliese che è tra i migliori. Perché allora non riutilizzare i terreni incolti e coltivarlo qui, facendo sistema con la sua filiera? Sarebbe anche un’opportunità per i giovani di lanciarsi nel mondo imprenditoriale e riprendere una lavorazione che in passato era una delle ricchezze del posto”, sottolinea Paletta.

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