Salento: Roca e la Grotta della Poesia

Scritto da Michelangelo Montanaro on . Postato in Turismo

Roca, a Torre dell’Orso, è un importante sito archeologico sul mare: il mare era un’autostrada che univa, e non divideva, le cose dell’Albania: con i vasi e le barche a vela, gli stranieri prendevano olio e portavano cultura. E infatti Roca è denominata la “Micene del Salento”: lì sono stati rinvenuti  vasi tipici della civiltà micenea. Alle spalle di queste coste, scogli su cui si era insediato l’uomo sin dall’età del bronzo, sino all’Alto Medio Evo, allorchè le invasioni costrinsero gli abitanti a mutare insediamento e a costruire le torri difensive.

Le grotte di Roca, inizialmente usate per scopi difensivi, servirono come santuario. Tra queste, c’è la grotta della poesia grande, che deve il suo nome al latino medievale “posìa”, bere, in quanto sgorgavano dalle fonti le sorgenti di acqua dolce. I pellegrini quindi si fermavano lì e pregavano la divinità, affinché consentisse loro il passaggio dal canale d’Otranto.

Nella grotta della poesia piccola sono state rinvenute iscrizioni in greco, latino e messapico, l’antica lingua del “popolo dei due mari”: così definiva questa terra lo storico Erodoto, la “terra in mezzo all’acqua”, la “terra fra i due mari”.

Affianco, una necropoli messapica, ove nell’anno Mille, con l’arrivo dei Bizantini, che si rifugiavano lì, hanno lasciatole icone dell’antico Oriente, tipiche delle chiese ipogee della Turchia.

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